Nulla è durato più che fanciullezza
sul cemento dell’aia se i ricordi
d’umili eventi la lenta saggezza
dei giorni incalzano in gioiosi accordi.
Forse un’aia è l’attesa eternità
centro festoso d’antico giardino,
un gelso a segno di felicità
ed a custodia un angelo bambino.
O forse è solo un sogno d’esiliato
che per la breccia nel muro dell’aia
se ne fuggì a sole tramontato
per gettare sementi alla sterpaia
e invoca di tornare ormai spossato
come un rondone all’usata grondaia.
in Forse un’aia, 1993 Pro manuscripto