Perla preziosa, Donna Margherita,
che ancora inveri in un pugno di polvere
dispersa in resti d’ardenti roveti
il titolo di Donna che fu tuo
per la monastica scelta, lo stesso
di tenerissimo annuncio che corse
veloce sotto i portici di piazza
San Petronio, passato ormai un secolo,
lacrimata carezza sul tuo corpo
di fresca giovinetta ti ricordo,
sposa sorella e madre, Margherita,
e ti canto col Cantico dei Cantici
nella mia carne d’ultima stagione
che ancora di bagliori in tua memoria
s’accende come lampi all’orizzonte
in serate d’agosto a fare festa
non so se al giorno che muore o alla notte
che viene in brividi di fredda luce.
– Luce luce -, e fu l’ultimo tuo soffio
come suggello di splendida Donna;
a me di tua presenza serbi, Amata,
mentre stamane vado al cimitero,
l’antico atteso profumo dei tigli.
L.B.
Vescovato, 6 giugno 2001
(ore 6,30-8, 1’ultimo verso al cimitero di Levata)